Storia della società

Ayumi AshiL’ASD Ayumi-Ashi nasce il 27 novembre 2005 su idea del maestro Tamanti Roberto, cintura nera 7° dan di judo. Il maestro Tamanti, ex direttore tecnico della squadra pluri campione d’Italia GS Fiamme Azzurre e della nazionale italiana judo non vedenti, insegna judo da più di trenta anni ed ha cresciuto atleti facenti parte della nazionale e medagliati ai campionati europei e mondiali, come Pomilio Barbara e Bruyere Francesco. In questi quattro anni di attività l’Ayumi-Ashi vanta già numerosi iscritti, molte cinture nere e titoli a gare nazionali e internazionali. Nel primo anno di vita della società, la squadra maschile cadetti è divenuta vice campione d’Italia, l’atleta Coppola Alessia sì è piazzata seconda ai campionati italiani individuali mentre l’atleta Salvioni Andrea al terzo posto.

La squadra seniores femminile, al suo esordio in campo nazionale sì è classificata 9a due nel 2007. In quest’ultimo anno ha conquistato un 3° posto con Andrea Salvioni alla Coppa Italia e un altro 3° posto con Nicola Ferrara ai Campionati Italiani Esordienti. Numerosissime anche le medaglie conquistate in ambito regionale. Grazie all’impegno dei suoi atleti l’Ayumi-Ashi può vantarsi di essere una tra le prime dieci società judoistiche del Lazio su più di 120 società sportive affiliate alla FIJLKAM.

 

 

IL JUDO

La lotta è una degli sport più vecchi del Mondo. Ma, al principio non si parlava di sport; era semplicemente il mezzo per fare intendere agli altri ragione attraversi l'uso della forza. Talvolta lo scopo era addirittura di sopprimere il nemico. In tutte le regioni del mondo, ogni popolazione possedeva un sistema di combattimento con armi o a mani nude, che migliorava assieme ai progressi della civiltà. 

In Cina e in Egitto si utilizzavano anticamente già raffinate tecniche di la civiltà cinese penetrò attraverso la Corea e modificò profondamente la cultura nipponica. Questo avvenimento ebbe ripercussioni politiche e culturali sul Giappone: i monarchi inviarono a più riprese delle missioni culturali in Cina ed in Corea per consolidare ed approfondire le scienze acquisite. 

Il Giappone viveva sotto un regime feudale retto dall'Imperatore, dove, in realtà, il potere era esercitato da un governatore militare: lo Shogum. Il paese era diviso in distretti militari appartenenti ai vassalli dello Shogum, i Daymio, temibili guerrieri. 

La lotta corpo a corpo e le altre arti marziali trovarono, nel Giappone feudale, un terreno meraviglioso per svilupparsi. L'apporto della cultura cinese in fatto di combattimento a mani nude fu notevole: vennero applicate le avanzate nozioni mediche e i principi taoisti dello yin e yang. La conoscenza dei punti vitali dell'organismo permise di sviluppare tecniche di combattimento che si basavano sui colpi inferti: gli atemi. 

Dopo il XVII secolo venne creato il bushido, e si sviluppò il Ju-Jitsu come "pratica della flessibilità". L'influenza del buddismo fu preponderante e i samurai, che storicamente avevano disprezzato le forme di lotta a corpo a corpo come adatte solo alle classi inferiori, cominciarono a sviluppare elaborate tecniche di combattimento in cui il principio JU (flessibilità) era dominante. 

Basandosi dunque su principi filosofici taoisti e buddisti, i bushi (i guerrieri) ripensarono le tecniche di combattimento. Il XVII secolo fu particolarmente ricco e segnò il periodo d'oro della pratica del Ju-Jitsu. In quest'epoca furono create innumerevoli prese e tecniche di attacco e difesa. 

Ogni scuola ed ogni maestro conservava gelosamente i segreti laboriosamente messi a punto. Nel patrimonio tecnico del Judo * rimane memoria delle antiche tecniche della scuola di Ju-Jitsu-Kito-Ryu: esse compongono "la forma delle cose antiche", il Koshiki-no-kata. 

L'iniziazione alle tecniche segrete si operava nel più grande mistero: pochissime scuole misero per iscritto i loro insegnamenti. La trasmissione era dunque quasi sempre orale. Questo stato di cose si prolungò fino alla fine del periodo feudale (1867) e, ancora oggi, alcune vecchie scuole di Ju-Jitsu conservano gelosamente i loro segreti. 

L'imperatore Mutsu-Hito (1867-1912) introdusse in Giappone la civiltà occidentale e questo determinò, nel giro di qualche anno, l'adozione delle scienze e delle arti europee. Il rapido mutamento che ne conseguì e l'infatuazione verso la cultura occidentale, misero in cattiva luce tutto ciò che caratterizzava l'antico regime feudale. Le arti marziali cominciarono ad assere viste con disprezzo e l'introduzione dei fucili e delle armi bianche favorì l'abbandono dei metodi di lotta. Soltanto i samurai vi rimasero fedeli. 

Gli esperti di Ju-Jitsu furono costretti ad impartire lezioni per vivere, ma il desiderio di aderire alla cultura occidentale condusse rapidamente ad un rilassamento dei costumi: la tradizione marziale rischiava di scomparire.

 

JIGORO KANO

Patrimonio marziale nipponico rischiava di essere dimenticato per sempre se un uomo non lo avesse rimesso in discussione. Egli si chiamava Jigoro Kano, nato il 18 ottobre 1863 a Mikage. Egli giunse a Tokyo nel 1870 per continuare la sua formazione scolastica in Istituti d'Istruzione. Delicato di salute era alto solo un metro e cinquanta e pesava 48 chili. A sedici anni decise di rafforzare il proprio corpo con la pratica della ginnastica e del baseball. Inoltre nelle tra studenti Kano veniva sempre battuto. 

Ferito nel suo orgoglio di samurai nel 1877 si interessò alle arti marziali e, seppur disapprovato dai familiari, prese lezioni di Ju-Jitsu alla TenJin-Shinyo-ryu con i maestri Iso e H. Fukuda dai quali apprese i segreti del randori e dei kata. Al tempo stesso fu guidato dal maestro I. Ihikubo della Kito-ryu che insegnava uno stile di Ju-Jitsu del tutto diverso. 

Inoltre il giovane Kano fece approfonditi studi su antichi testi di insegnamento (densho) di molte antiche scuole di Ju-Jitsu. Nel 1882, ormai laureato, accettò l'impiego di insegnante alla Scuola dei pari (Gakushuin). Nel frattempo aveva fatto le sue scelte fra i vari metodi di Ju-Jitsu praticati fin dall'era Edo, e, con la collaborazione di soli nove amici discepoli fondò la sua scuola: il Kodokan.

 

STORIA del KODOKAN

Fondato nel 1882, il KO-DO-KAN significa letteralmente "Scuola per lo studio della Via"; inizialmente il dojo di Jigoro Kano era di soli 9 allievi su 12 tatami e si trovava in una saletta del tempio scintoista Eishoji sito nel quartiere Shimoya di Tokyo. 

Le tecniche che Jigoro Kano prese a base per il suo metodo "Judo Kodokan" si ispirarono principalmente alle forme tradizionali delle scuole Kito-ryu e Tenyin Prima sede del Kodokan Shinyo-ryu. Molte altre tecniche di Ju-Jitsu furono modificate e affinate da quelle che in origini appartenevano alla tradizione, ma l'intima assenza del Judo, che faceva convergere forza e flessibilità, fu un concetto che Jigoro Kano definì a poco a poco con una ricerca razionale e con metodo scientifico. 

Il Kodokan rilevò parecchie sfide lanciate dalle altre scuole di Jiu-Jitsu e nel 1886 riportò la prima vittoria grazie ai famosi allievi Shiro Saigo e Yokoyama. Sezioni del Kodokan furono aperte a Nirayama, Edajima e Kyoto. Il Kodokan e il Judo si imposero e il dojo di Tokio si ingrandiva di anno in anno. In pochi anni il metodo di Kano catturò l'attenzione del Ministero delle Istruzioni nipponico. 

Quest'ultimo cominciò a prendere in considerazione i meriti delle varie Scuole di Ju-Jitsu con l'intento di inserire questa arte m arziale tra le materie di studio accanto alla educazione fisica. Ben presto il Judo divenne materia integrante di studio nelle Scuole di tutto il Paese, e dovunque in Giappone si tenevano gare di Judo. 

Le classificazioni delle tecniche di Judo in Giappone si basano su più di 1.000anni di esperienza e sugli studi del maestro Kano aiutato dai suoi allievi. Nel 1895, 13 anni dopo la fondazione del Kodokan, Jigoro Kano, con un Comitato di allievi di alto grado stabilì il Go-kyo o metodo di insegnamento diviso in 5 sezioni. Questa progressione di insegnamento era basata sulla lunga esperienza del Ju-Jitsu e sui 13 anni di studi Kodokan. 

Nel 1920, dopo che le ultime scuole di Ju-Jitsu furono assorbite dal Kodokan, Jigoro Kano decise di rivedere il vecchio Go-gyi. In collaborazione con i suoi allievi più esperti e con i maestri di tutte le scuole dell'epoca elaborò un nuovo Go-gyo che è quello che si insegna tuttora in tutti i Dojo del mondo. 

L'attività del Kodokan si espanse sempre più e varcò i confini nazionali nipponici. Kano spedì i suoi migliori allievi all'estero. Essi permisero al Judo Kodokan di guadagnare larghi riconoscimenti in tutto il mondo. Nel 1934 fu costruito a Suidobashi (quartiere di Tokyo) un moderno e grande edificio che presto divenne la "mecca" del Judo di tutto il Mondo. Sembrava che questo sport avesse raggiunto l'apice della diffusione. Nel 1938 il Giappone inviò il prof. Kano al Cairo perché rappresentasse la sua Nazione al 12° Convegno Generale del Comitato Olimpico Internazionale. 

La partecipazione ebbe grande successo e fu approvata la proposta da far svolgere i prossimi Giochi Olimpici a Tokyo. A pochi giorni di mare da Vancouver, nel Canada, a bordo della nave Hikawa-Maru, dopo aver svolto un giro di interessanti conferenze, il Professor Jigoro Kano si spegneva all'età di 79 anni sulla stessa nave che stava per riportarlo in Giappone dopo aver conseguito importanti risultati a favore del suo Paese. 

Appena il Giappone fu mobilitato per la Seconda Guerra Mondiale gli studenti furono arruolati in gran numero nell'esercito. Il Ministro per il Benessere organizzò una sezione di Arti Marziali e il Judo fu usato come tecnica di combattimento. Di nuovo l'arte usci dal Dojo per l'applicazione sui campi di battaglia. Gli atteggiamenti militaristici pervasero il Paese e dal 1938 il clima politico lasciava presagire la guerra: l'esercitazione delle arti marziali fu in voga in tutto il Paese.

 

IL JUDO ALLE OLIMPIADI

Dopo la sconfitta del Giappone, gli americani interdissero tutte le arti marziali compreso il Judo. I judoka poterono allenarsi solo clandestinamente. Nel 1946 i professori del Kodokan furono autorizzati ad insegnare...alle truppe americane il Judo fu permesso a condizione di non presentarsi come arte marziale ma come sport. Fino a questo momento il Judo era stato diffuso soprattutto in Giappone. Soltanto Kano e alcuni dei suoi allievi l'avevano introdotto in Europa e America. 

Qualche iniziativa si era formata in Inghilterra, in Francia; negli Usa, in Argentina, ecc. Il nuovo Judo giapponese avrebbe dovuto espandersi nel mondo intero in poco tempo. Nel 1950, circa 150.000 judoka sono titolari della cintura nera. L'anno seguente, le forze americane autorizzano l'insegnamento del Judo nelle scuole giapponesi. Nel 1052, nel 70° anniversario della creazione del Judo, si contano in Giappone 200.000 cinture nere. 

Nel 1956 il Giapponeorganizza i primi campionati del mondo a Tokyo. Dalla fine della guerra più di 15.000 stranieri hanno compiuto un soggiorno più o meno prolungato in Giappone al fine di perfezionarsi. Un nuovo edificio modernissimo, dalle grandi vetrate è stato costruito. Oltre all'immenso tappeto, contiene sale speciali per l'allenamento delle donne, dei bambini, degli allievi particolari e degli stranieri. Ospita tanto studenti specializzati quanto istruttori fissi. 

Assieme al patrimonio di esperienza e di pensiero, il Judo coltiva anche l'aspetto sportivo voluto dallo stesso Jigoro Kano. Egli riteneva infatti che questo fosse il modo migliore per la diffusione del suo metodo in tutto il mondo. Questa intuizione si dimostrò particolarmente esatta: il Judo venne ammesso ai Giochi Olimpici di Tokyo nel 1964 dove il dominio giapponese subì la prima scossa con la vittoria di Anton Geesing nella categoria open (senza limite di peso). 

Naturalmente questa evoluzione sportiva del Judo ha anche aspetti negativi: il Judo si sta incamminando sempre più verso i modelli di sportività della società moderna. Esistono tuttavia ancora oggi le associazioni di Judo tradizionale che perseguono l'intento di mantenere viva la tradizione, con gare che non rispettano le regole dettate dagli organismi internazionali, esami per la definizione dei gradi di esperto e metodologie di insegnamento che seguono più fedelmente i dettami di Jigoro Kano. Vengono insegnati randori e kata cercando di attenersi il più possibile ai principi fondamentali che ispirano il Judo Kodokan.



Ultimo aggiornamento Mercoledì 09 Febbraio 2022 13:05
 

UTENTI ONLINE

 466 visitatori online

Circuito per ragazzi

Judo piccoli campioni

Allenamento e giochi in spiaggia - D.T. Roberto Tamanti - Allenatori Politi, Giaconi, Moretti

TOP VIDEO

SITI AMICI

In questa sezione tutti i link dei Siti Amici di Ayumi-Ashi

Sport Dream And Power

THE NEW DAY ONE

LE MIE CINTURE NERE

CrossFit 06

CAMPIONI ITALIANI

Menu Principale

Archivio Gare

Articoli più letti

EuroNews Judo

Statistiche

Utenti : 5
Contenuti : 538
Link web : 6
Tot. visite contenuti : 6746646